Laboratorio per minori autistici

Astamblam

Il laboratorio Astamblam, avviato a gennaio 2016, è un servizio educativo diurno rivolto a un piccolo gruppo di minori pre-adolescenti e adolescenti affetti da disturbo dello spettro autistico, a basso funzionamento, afferenti al servizio di neuropsichiatria infantile.

Si tratta di un laboratorio organizzato con competenze professionali e strumentazioni specifiche, adatte all’empowerment educativo e relazionale dei ragazzi, incentrato sul duplice fine di arricchire le capacità personali senza trascurare il miglior utilizzo possibile delle dinamiche e delle risorse di gruppo, importantissime soprattutto per questa condizione.

Risorsa fondamentale è l’accompagnamento delle famiglie, che svolgono il capitale ruolo di elemento di continuità educativa specifica dei minori.

Lo stimolante dialogo sviluppato negli anni tra Kairos e la UONPIA (Azienda USL) ha permesso l’avvio di ulteriori linee progettuali per l’ampliamento del servizio in essere, volto ad aumentare:

  • la durata di apertura del servizio;
  • la frequenza di apertura del servizio;
  • i numeri dei frequentanti accolti;
  • le sedi di erogazione dell’offerta (una per distretto).

La metodologia di utilizzo strategico della tematica del gruppo all’interno di questa neuropatologia consente di attivare sperimentazioni anche riguardo l’area dell’apprendimento classico, (la scuola) costruendo progetti innovativi di alternanza scuola-laboratorio educativo.

La denominazione specifica di “laboratorio” pone il focus non solo sul metodo educativo di esecuzione del servizio, ma anche sulla pro-attività e sulla continua ricerca di sperimentazione che connota la forma mentis di Kairos.

Le possibili aree di sviluppo dei laboratori educativi diurni spaziano intorno a tre assi specifici:

  1. avvio di piccole e semplici attività lavorative protette (cura del verde, laboratorio di cucina, cittadinanza attiva) organizzate in piccolo gruppo, condotte e guidate dagli operatori del servizio. Come ribadito in premessa, la dimensione del lavoro di gruppo risulta essere, soprattutto per questo specifico target d’utenza, uno strumento di lavoro efficace per l’acquisizione e il consolidamento di abilità personali e di socializzazione.
  2. Animazione e intrattenimento professionale del tempo libero, individuale e di piccolo gruppo, durante il fine settimana oppure nei periodi di vacanza (Natale, Pasqua, estate).
  3. Disponibilità al trasporto dei minori. Gli spazi educativi dovrebbero poter contare su un mezzo destinato a sollevare le famiglie dalla consegna e dal ritiro, alleggerendo il carico di cura e garantendo frequenza lineare e costante dei minori al laboratorio, oltre alla programmazione di uscite di gruppo durante l’orario stesso di accesso al servizio.

Gli elementi che hanno colmato i bisogni espressi dall’UONPIA e dalle famiglie sono principalmente tre:

  • target utenti

Pre-adolescenti e adolescenti: la progettazione educativa individualizzata, in questa delicata fase di crescita, mira a consolidare le abilità acquisite nei percorsi terapeutici, lasciando spazio a una nuova area di apprendimento che si orienta verso percorsi di autonomia del singolo utente, con i benefici attesi sulla qualità di vita generale e sul contesto familiare nello specifico.

  • spazio educativo

Non il classico contesto scolastico e/o terapeutico ma un ambiente volto a ricreare la dimensione domestica.

Un luogo volutamente diverso rispetto a quelli convenzionali, dove trasferire in un clima familiare la professionalità di presa in carico ad alto potenziale.

Un laboratorio del “fare insieme”, che facilita l’apprendimento e il consolidamento delle capacità del singolo.

  • micro gruppi

L’équipe educativa del servizio, nell’elaborazione del progetto individualizzato che ogni minore svilupperà nell’anno – condiviso con l’UONPIA e la famiglia – non solo tiene conto delle capacità e delle risorse del singolo, ma (e soprattutto) delle potenzialità di sviluppo e messa in circolo delle stesse nel gruppo di riferimento.

Si mira alla trasmissione circolare e dialogica del sapere e saper fare fra tutti i soggetti coinvolti.

Diverse occasioni di verifica degli operatori danno evidenza degli stimoli funzionali all’apprendimento che si correlano positivamente alla forza del legame di gruppo instaurato.

Il progetto, in virtù di questo peculiare principio educativo, si basa su classi equilibrate e omogenee, per evitare i momenti di inattività e/o i rallentamenti tipici di contesti con marcate disparità.

Sul piano organizzativo, il tempo e lo spazio del laboratorio sono cadenzati a frequenza bisettimanale, nella fascia oraria compresa tra le 14,00 e le 18,30, caratterizzandosi per le competenze e gli strumenti dedicati all’empowerment educativo e relazionale dei minori, specifici per la loro delicata fascia d’età.

Il servizio è rivolto ai minori frequentanti la scuola secondaria di primo e secondo grado, nella fascia di età compresa tra gli 11 e i 18 anni, affetti da disturbo generalizzato dello sviluppo senza alcuna distinzione di sesso, razza, cultura e religione.

Metodo

Tenendo conto delle caratteristiche specifiche di ogni minore, la metodologia utilizzata per la realizzazione del presente progetto è di matrice psico-educativa.

Alcuni principi base:

  • promuovere comportamenti nell’area della inter-soggettività:

agevolare la costruzione di significati emotivi condivisi tra il minore e l’adulto di riferimento.

In questo ambito rientrano comportamenti quali l’attenzione congiunta, la sincronia delle espressioni facciali, lo scambio dei turni, lo sguardo appropriato e flessibile e la capacità di indicare all’altro qualcosa.

Per favorire queste manifestazioni si creano situazioni di gioco e di lavoro, organizzando tempo spazio e materiale in funzione dell’interesse mostrato dal minore.

  • Strutturare lo spazio:

gli spazi e le attività di lavoro sono organizzati per rendere leggibili, visivamente evidenti, comprensibili e prevedibili le richieste.

L’ambiente è delimitato in modo chiaro, specificamente funzionale a consentire al minore di sapere con precisione le aspettative riposte in lui/lei in ogni momento.

I luoghi preposti alle attività a tavolino, con sedute ad altezza adeguata e ambiente privo di stimoli distraenti, sono ben distinti da quelli dedicati al gioco libero.

La soluzione di continuità è garantita tra i diversi momenti per mantenerli sempre chiari, così come l’aumento graduale dei tempi di attenzione è impostato a partire da attività gradite che permettano il migliore “ingaggio” del bambino.

La stessa alternanza gioco – lavoro è impostata sulla progressività, perché le due richieste possano essere codificate con crescenti automatismi.

  • Organizzare il tempo:

la giornata e il pomeriggio sono strutturati su un’agenda visiva, fatta di immagini o parole scritte, classificate in ordine decrescente per scandire le attività.

Si aumentano così la prevedibilità e il controllo della situazione: il minore è tenuto sempre sintonizzato su ciò che sta accadendo e accadrà, al fine di diminuirne l’incertezza, fonte di ansia e comportamenti problematici.

  • Strutturare il materiale di lavoro:

la proposta dei compiti è esplicitata attraverso il canale visivo, perché il bambino comprenda il da farsi senza bisogno di troppe spiegazioni verbali.

Attività e strumenti educativi

Lo spazio del laboratorio educativo consente lo svolgimento e la conduzione delle attività afferenti alle aree:

  • comunicative-didattiche:

è allestita una zona studio dotata di computer e tablet per l’utilizzo di software dedicati, schede didattiche, materiale grafico e strumentazione audio visiva.

Di particolare interesse la possibilità di creare e-book e pood personalizzati per la ricostruzione e la visualizzazione interattiva degli ambiti, dei contesti di vita e delle relative mansioni, con l’eventuale supporto, ove necessario, di programmi vocali atti ad agevolare la comunicazione.
artistiche e creative: incastri, puzzle, costruzioni, cruciverba, mosaici, creta, prodotti per la cucina, decoupage, bricolage, perline e chiodini, mattoncini, sono solo alcuni degli elementi che connotano lo spazio dedicato allo svolgimento di attività ludico – ricreative.

  • motorie:

la zona relax, il nostro “angolo morbido” è l’area dedicata alla conduzione delle attività motorie e di rilassamento, attraverso l’utilizzo di tubi di gomma, palle e palline anti-stress, cuscini e materassi.

  • laboratoriali:

sono le attività svolte nel proprio nucleo domestico, a tema e funzionali al potenziamento e al consolidamento delle abilità di base.

Gli ambiti privilegiati sono: la cucina, il bagno, la camera da letto, il giardino.

Modalità di accesso

L’accesso al laboratorio educativo avviene secondo le seguenti modalità:

  • NEUROPSICHIATRIA INFANTILE:

invio del minore previa presentazione del caso all’équipe educativa del servizio e condivisione del percorso con la famiglia a cura del Servizio di Neuropsichiatria infantile;

  • NUCLEO FAMILIARE:

invio diretto in via privata a cura della famiglia;

  • ASSOCIAZIONI:

invio del minore e/o piccolo gruppo di minori aderenti alle realtà associative presenti e attive sul territorio.

La frequenza è regolata da un’iscrizione obbligatoria che la famiglia e/o il servizio inviante sottoscrive con Kairos.

Parimenti è letto e firmato, contestualmente alla modulistica di iscrizione, il regolamento di servizio, che sarà poi contro-firmato dalla coordinatrice, da almeno uno dei genitori (o da chi ne fa le veci) e/o dal responsabile del servizio.

Il laboratorio educativo a oggi è aperto due pomeriggi la settimana, (martedì e giovedì) dalle 14,00 alle 18,30, da settembre a fine giugno.

I locali dedicati si trovano nel Comune di Cadeo, sono ubicati a piano terra e dotati di ampio ingresso, due capienti stanze debitamente organizzate, zona cucina e wc.

All’esterno è disponibile un ampio giardino, prossimo a ulteriori aree verdi.

Equipe educativa

Il team educativo è costituito da un coordinatore e da n. 2 educatori, di cui uno con specifica formazione e competenza psico-educativa.

Nello specifico le funzioni che ciascuna categoria professionale è chiamata a svolgere sono:

  • Coordinatore:

– gestisce la rete con i soggetti coinvolti nella progettazione e nella attività;

– convoca le riunioni mensili d’équipe tra il personale;

– fornisce supporto organizzativo e sovrintende le decisioni operative;

– programma e organizza le attività educative;

– monitora la qualità educativa dei singoli servizi, dell’approccio di ogni operatore, dell’organizzazione generalmente intesa;

– programma le fasi di verifica, risponde dei progetti attuati, discute i punti di forza e di debolezza, individua rischi e opportunità, trova soluzioni condivise;

– supporta gli educatori nella gestione dei colloqui programmati con le famiglie;

– cura la supervisione pedagogica nei diversi gruppi di lavoro;
redige il piano educativo individualizzato di ciascun minore, sovrintende il puntuale aggiornamento che segue ogni momento di verifica e di revisione.

  • Educatori professionali:

– realizzano il progetto educativo di gruppo e individualizzato;

– gestiscono le relazioni educative quotidiane, attivano interventi educativi mirati al soddisfacimento dei bisogni affettivi, cognitivi e relazionali dei ragazzi;

– si relazionano quotidianamente con le famiglie, in base alle linee definite con il coordinatore.

Monitoraggio e valutazione

Il SISTEMA CURANTE è costituito dall’educando, dall’educatore, dal nucleo famigliare, che è parte attiva del percorso.

Al centro di ogni azione è posto il coinvolgimento della famiglia nel processo di integrazione del minore nel proprio contesto di vita.

Il lavoro personalizzato, gli obiettivi minimi, la dimensione di rete sono condivise con i famigliari, coi quali il personale educativo attiva scambi quotidiani, nell’ottica dell’accompagnamento e dell’empowerment, dal momento dell’accoglienza al congedo.

Il monitoraggio e la valutazione del servizio sono realizzati attraverso incontri periodici di verifica.

Dopo un congruo periodo di osservazione, il grado di raggiungimento degli obiettivi individualizzati stabiliti in avvio di progetto è misurato in base ai vari step di intervento, in funzione di costanti ricalibrazioni e miglioramenti

Il “modello dialogico”, ovvero lo specifico impianto valutativo di monitoraggio del servizio, si basa sulla costruzione dei possibili significati della realtà e/o del problema (esplicito/implicito), condivisi tra educatore ed educando, attraverso l’ascolto profondo delle emozioni e dei sentimenti.

Monitoraggio e valutazione sono così definiti:

  • in fase di iscrizione al servizio:

Colloquio del coordinatore pedagogico con la famiglia, il referente del servizio, il neuropsichiatra e il personale educativo al fine di stabile in rete i contenuti, le modalità e i tempi di avvio del percorso educativo individualizzato del minore.

  • in itinere:

Riunione mensile del coordinatore pedagogico con il personale educativo al fine di monitorare l’andamento relazionale e comportamentale dei minori.

Qualora emerga la necessità, sono previsti aggiornamenti con il responsabile del servizio e il neuropsichiatra referente del caso.

Il coordinatore del servizio è a disposizione per partecipare a ogni incontro di raccordo e aggiornamento con tutti i soggetti coinvolti.

  • in fase di chiusura del servizio:

Colloquio del coordinatore pedagogico con la famiglia, il referente del servizio, il neuropsichiatra e il personale educativo come momento di restituzione del percorso svolto in tutto l’arco dell’anno.

É cura dell’équipe educativa redigere tutti i contenuti degli incontri al fine di documentare ogni singolo intervento e le attività svolte.

Servizio di trasporto

Previo accordo al momento dell’iscrizione, è possibile usufruire del trasporto dei minori dal domicilio al laboratorio e viceversa.